Istituto Maestre Pie dell'Addolorata

 

 L’Istituto Maestre Pie dell’Addolorata nasce nel 1839 grazie a Madre Elisabetta Renzi, donna dedita alla formazione umana, cristiana e culturale della gioventù femminile del suo tempo. Dai primi passi di allora, tante giovani si sono aggregate all’Istituto continuando l’opera iniziata da Madre Elisabetta - educazione integrale della persona e promozione della donna– perpetuando il suo carisma educativo in opere che si sono poste al passo con i tempi: scuole, case famiglia, pensionati per anziani, servizio pastorale nelle parrocchie… Le Maestre Pie hanno formato tante generazioni di bambini e giovani, non solo in Italia, ma anche in altre Nazioni, secondo il desiderio della Fondatrice:

“Si porti rimedio e conforto ad ogni sofferenza umana”.

Beata Elisabetta Renzi.

Le Maestre Pie dell'Addolorata nel mondo

 

Beata Elisabetta Renzi

 

Elisabetta Renzi nasce il 19 novembre 1786 a Saludecio, da una famiglia di agiati proprietari terrieri profondamente credenti. Rapido e per versi personalissimo, è il suo cammino di fede, favorito anche dall'ambiente: c'è infatti qualcosa di segreto che spinge la bimba, sui nove anni, a formulare una singolare promessa di verginità. I fatti confermeranno che essa sapeva bene quel che faceva, nonostante l'età. Il suo "curriculum"educativo si svolge tra le mura del monastero delle Clarisse di Mondaino, località vicino a Saludecio, dove i suoi genitori si erano trasferiti nel 1791. Qui matura anche la vocazione religiosa: il 25 settembre 1807 (ha quasi 21 anni) Elisabetta decide di passare nel monastero delle Agostiniane di Pietrarubbia, un luogo caratterizzato da estrema povertà e solitudine. Ma non potrà nemmeno vestire l'abito, perchè un decreto, varato dal governo della Repubblica (Napoleone aveva sconvolto la geografia italiana e il precedente assetto politico), obbliga le monache a tornare alle proprie case. A Mondaino la Renzi si confida con un valente direttore spirituale, Don Vitale Corbucci, il quale, interpretando l'accaduto alla luce del suo discernimento, convince Elisabetta che Dio la chiama ad altro. Il 29 aprile 1824, infatti, la ragazza parte per Coriano, un grosso borgo situato ad una decina di Km. da Rimini, dove da sei anni funzionava un educandato per ragazze voluto dallo Stato Pontificio per arginare situazioni di ignoranza e disordine morale non infrequenti negli strati bassi della popolazione.


 

A Coriano

Sotto al guida di Elisabetta, la piccola comunità di donne - che la Renzi ha provvisoriamente chiamato "Povere del Crocifisso" - fiorisce. Pian piano, lei capirà che la sua vera missione è la scuola e l'Istituto assumerà sempre più i contorni di un moderno efficare strumento educativo. Nel 1839 Elisabetta da' vita ad una nuova Congregazione che chiamerà Maestre Pie dell'Addolorata, la cui vita sarà "una vita religiosa fatta di lavoro e di preghiera nella pace domestica  e nella carità fraterna". I brillanti risultati ottenuti a Coriano sollecitano intanto altri comuni a fondare nuove opere. Elisabetta apre così una casa a Sogliano, a cui seguono quelle di Roncofreddo, Faenza, Savignano, Corignola e Mondaino. Le fatiche a cui si sottopone senza risparmio e il riacutizzarsi di un misterioso malore che l'aveva già tormentata in gioventù, minano inesorabilmente il suo fisico. Elisabetta guarda l'avvicinarsi della morte con la sana consapevolezza di chi va incontro alla felictà eterna. Vive una dimensione escatologica permanente, ma senza patemi e angosce: "Parlava dell'altro mondo come se ne fosse tornata e delle vanità di questo  con si dolce ironia che non si poteva far a meno di sorridere". Il 15 giugno 1859 fà testamento a favore dell'Istituto e il 14 agosto, vigilia dell'Assunta, dopo aver ricevuto il Viatico ed aver chiesto perdono alle consorelle, verso le 8 del mattino sussurra: "Io vedo...io vedo...io vedo!..." e muore. Ha vissuto 72 anni e 8 mesi. I funerali confermano la fama di santità che già in vita si era guadagnata fra la gente.


Oggi la famiglia spirituale...

Oggi la famiglia spirituale di Madre Elisabetta. le Maestre Pie dell'Addolorata, sono diffuse, oltre che in Italia e San Marino, negli Stati Uniti, in Brasile, in Messico e in Bangladesh. Resta attualissimo il messaggio della Fondatrice, che impernia la missione educativa sulla fede, la catechesi e l'amorevolezza del servizio per la crescita umana integrale dei "nuovi poveri" e dei "nuovi ignoranti" a cui Elisabetta, se vivesse oggi,si rivolgerebbe con la stessa predilezione con cui guardava al proletariato rurale della sua Romagna. Aveva deciso infatti di "lavorare tra i poveri senza speranza nè risorse umane" e di "curare i piccoli paesi sfuggiti dalla maggior parte delle isituzioni, perchè non promettono prospere condizioni economiche". Operò sempre nell'ombra e nel nascondimento, attingendo nella preghiera le motivazioni della sua ansia apostolica: "Vorrei - soleva dire - che tutto il mio essere tacesse e in me tutto adorasse, e così penetrare ognor più in Gesù ed esserne così piena da poterlo dare a quelle povere anime che non conoscono il dono di Dio". La carità era la molla del suo agire: "Che cosa sarebbe un'anima senza carità?" Sarebbe uno scheletro, un fantasma, una creatura infelice, giacchè tutta la nostra felicità consiste nell'amae Dio e il prossimo per amore di Dio". La sorresse sempre un'illimitata fiducia nella Provvidenza: "Se tu fossi sola io sarei la prima a tremare, poichè di noi stessi non abbiamo che debolezza, impotenza e miseria; ma nostro Signore è con te dalla mattina alla sera e dalla sera alla mattina... Allegra, percgè sai che il buon Dio ti ama, pechè sai che abbiamo il cielo davanti e perchè noi avanziamo verso Dio ogni giorno, e forse più, quanto meno lo sentiamo".


Tutto sulle adozioni a distanza

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